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sábado, 8 de fevereiro de 2014

Le nuove scoperte di Renzulli Riguardanti il sito Dolmenico Di Monte Sant’Angelo.


 Ancora novità sul fronte delle ricerche condotte nella cosiddetta “Valle dei Dolmen” dall’architetto Raffaele Renzulli, appassionato di archeologia. Appena prima che venga dato alle stampe il libro sui dolmen e sui menhir di Valle Spadella, infatti, l’architetto Renzulli ha effettuato nuove e più interessanti scoperte rese note in esclusiva per i lettori di Newsgargano.  “Nei giorni scorsi – informa l’architetto Renzulli – quelli del solstizio d’inverno,  mi trovavo con alcuni amici nella “Valle dei Dolmen”, nella zona più alta di Valle Spadella, per completare indagini e approfondimenti  riguardanti i camminamenti scavati nella roccia che avevo già recentemente individuato, notando come alcuni di essi confluissero in un unico camminamento evidenziato da un signacolo in pietra o forse un menhir; tale unico camminamento conduce ad un vasto emiciclo che si affaccia sul mare e che è anche la parte più alta di Valle Spadella, forse un ulteriore santuario legato ai riti del sole. Seguendo uno dei percorsi, prima della confluenza, – prosegue Renzulli – e precisamente quello verso ovest, ho notato che esso si allarga evidenziando un numero maggiore di fori, sei o sette, che man mano diminuiscono fino a rastremarsi in un percorso con un unico foro nei pressi della confluenza. Ritengo che questo percorso debba essere un percorso eseguito dall’uomo forse dedicato ai sacerdoti che si avviavano a uno dei tanti luoghi di riti. Neanche si può escludere che questi fori, perfettamente cilindrici, siano innesti di palificazioni.

Mentre tornavo dal sito – spiega sempre Renzulli – notavo al di sotto di una dorsale, un grande sperone di roccia di circa 7-8 metri per 3 metri, spianato dall’uomo e in pendenza, con la punta verso l’alto, che ha attirato la mia attenzione poiché questo sperone era rivolto verso il grande megalite sormontato dal disco ma anche verso il menhir crollato nell’ipogeo sottostante, che bisognerebbe rimettere nel sito d’origine, già individuato, per studiarne il rapporto con il sole, un rapporto che potrebbe essere messo in relazione con gli equinozi.

Di tutta la struttura del grande megalite, vista di profilo, risultava intensamente illuminato solo il grande disco. Ho ritenuto di poter mettere in connessione questo fenomeno proprio con il solstizio d’inverno, momento dell’anno in cui il sole può illuminare di profilo il disco che sormonta il grande dolmen: nei giorni del solstizio d’estate invece il sole illumina frontalmente il disco con l’effetto che ho più volte descritto.

E’ possibile pensare che questi due particolari momenti dell’anno fossero dedicati ai riti propiziatori in onore del sole. Guardando dallo sperone verso il grande megalite si osserva che questo rivela, di profilo, uno spessore costante di circa 90 cm per tutta la lunghezza, comprensiva del grande disco. Tutto ciò non è né casuale, né spontaneo – conclude l’architetto Renzulli – ma nasce dall’espressione comunicativa ed espressiva dell’uomo. Tutta la struttura del grande megalite, nei giorni del solstizio d’inverno è ben visibile nella vallata e sembra una grande torcia investita com’è dal sole che infiamma solo la parte superiore del disco, quando l’intero megalite viene oscurato dall’ombra”.

Esperti e studiosi, comparando esperienze diverse possono spiegare con competenza il rapporto fra i megaliti della montagna garganica e il sole nei giorni dei solstizi d’inverno e d’estate e nei giorni  degli equinozi d’autunno e di primavera. Gli abitanti primitivi del villaggio neolitico avevano sicuramente considerato le caratteristiche del percorso solare nei giorni suddetti e potevano avere deciso di esaltarne l’importanza con riti più ampi e solenni, sottolineando la “presenza” solare sui vari megaliti del sito. Tutte le osservazioni finora evidenziate, tutte le interconnessioni e gli allineamenti delle strutture megalitiche non sono né  casuali né spontanei, come detto, ma nascono dall’intenzione espressiva e comunicativa dell’uomo.

Il fenomeno di grande suggestione può interessare anche esperti internazionali di astrofisica e di archeologia che hanno già deciso di visitare il sito, attratti dai documenti video e fotografici della Valle dei dolmen nonché da questi ultimi ritrovamenti. C’è da dire che la dottoressa Tunzi della Sovrintendenza archeologica della Puglia, avvisata, appunto, di questo mio ultimo “ritrovamento” di cui allego le immagini, si è mostrata molto interessata e si sta ulteriormente attivando per reperire, presso L’Ente Parco e presso Il Comune di Monte Sant’Angelo, i fondi necessari ad avviare le ricerche. Appare forse superfluo far notare come le  recenti scoperte effettuate una ventina di giorni fa da Renzulli siano davvero di grande valore.

“Ora – dice Renzulli  a Newsgargano – c’è bisogno di indagini, osservazioni e studi condotti contemporaneamente da esperti di varie discipline affinchè si riescano a comprendere i tanti messaggi di questi luoghi”. Ma per far questo, occorre che gli enti locali comprendano l’importanza di questo che potrà divenire ( e forse già lo è) un patrimonio culturale di grande valore per il Gargano.

Un ruolo rilevante potrebbe giocarlo l’ente Parco Nazionale del Gargano, il cui presidente, Stefano Pecorella, ha ammesso l’importanza del sito dolmenico pur non potendo pronunciarsi in maniera inequivocabile. Contattato da Newsgargano, Pecorella ha detto che per adesso è prematuro esprimere dei giudizi sulla rilevanza storico-scientifica del sito dolmenico  e che occorrono degli incontri ulteriori con la responsabile della Sovrintendenza ai beni archeologici della Puglia per avere la certezza che si tratti di sito dolmenico e quindi per potere eventualmente destinare agli eventuali scavi  in loco dei fondi finanziati dall’ente di sua competenza.

quinta-feira, 6 de fevereiro de 2014

Conceitualizando os “Maus” Pais, segundo o modelo atual!


         Quando meus filhos forem crescidos o suficiente para entender a lógica que motiva os pais e as mães, eu hei de dizer-lhes: Eu os amei o suficiente para ter perguntado aonde vão, com quem vão e a que horas regressarão.

Eu os amei o suficiente para não ter ficado em silêncio e fazer com que vocês soubessem que aquele novo amigo não era boa companhia.

Eu os amei o suficiente para os fazer pagar as balas que tiraram do supermercado e dizer ao dono: “Nós pegamos isto ontem e queremos pagar”.

Eu os amei o suficiente para ter ficado em pé junto de vocês, duas horas, enquanto limpavam o seu quarto, tarefa que eu teria feito em 15 minutos.

Eu os amei o suficiente para os deixar assumir a responsabilidade das suas ações, mesmo quando as penalidades eram tão duras que me partiam o coração. Mais do que tudo: Eu os amei o suficiente para dizer-lhes“não”, quando eu sabia que vocês poderiam me odiar por isso, e alguns momentos até me odiaram. Essas eram as mais difíceis batalhas de todas.

Estamos contentes, vencemos! Porque no final vocês venceram também!



E em qualquer dia, quando meus netos forem crescidos o suficiente para entender a lógica que motiva os pais e as mães; quando eles lhes perguntarem se seus pais eram maus, meus filhos vão lhes dizer: “Sim, nossos pais eram maus. Eram os pais mais malvados do mundo.”

As outras crianças comiam doces no café e nós tínhamos que comer pão, frutas e vitaminas. As outras crianças bebiam refrigerante e comiam batatas fritas e sorvete no almoço e nós tínhamos que comer arroz, feijão, carne e legumes. E eles nos obrigavam a jantar à mesa, bem diferente dos outros pais que deixavam seus filhos comerem vendo televisão.



Eles insistiam em saber onde estávamos à toda hora. Era quase uma prisão. Mamãe tinha que saber quem eram nossos amigos e o que nós fazíamos com eles. Papai insistia para que lhe disséssemos com quem iríamos sair, mesmo que demorássemos apenas uma hora ou menos.

Nós tínhamos vergonha de admitir, mas eles “violavam as leis do trabalho infantil”. Nós tínhamos que tirar a louça da mesa, arrumar nossas bagunças, esvaziar o lixo e fazer todo esse tipo de trabalho que achávamos cruel. Eu acho que eles nem dormiam à noite, pensando em coisas para nos mandar fazer. Eles insistiam sempre conosco para que disséssemos sempre a verdade e apenas a verdade. E quando éramos adolescentes, eles conseguiam até ler os nossos pensamentos.

terça-feira, 4 de fevereiro de 2014

Rei Salomão – Inscrição traduzida comprova seu reinado descrito na Bíblia.


Descoberta feita por arqueólogos confirma o reinado de Salomão descrito na Bíblia. Trata-se de uma inscrição de 3 mil anos que foi traduzida, e evidencia a passagem bíblica do reinado do Rei Salomão. Pesquisadores dizem que terão mais provas do reinado de Davi e Salomão em breve.  A mais antiga inscrição alfabética encontrada em um sítio arqueológico já registrada em Jerusalém, que data do tempo do reinado do Rei Salomão e leva a conclusões interessantes.

A inscrição foi encontrada no sitio arqueológico de Ofel ao sul do Monte do Templo, em uma escavação dirigida pela Dra. Eliat rei-salomao-inscriçao-comprova-seu-reinadoMazar, do Instituto de Arqueologia da Universidade de Jerusalém.

A inscrição foi descoberta há seis meses, e contém um texto registrado nos restos do que foi um grande pote de barro, composto por oito letras. É datado da segunda metade do século X aC, ou seja, nos dias de Salomão.

Primeiros estudos indica que a escrita atesta uma administração organizada de um sistema em que pessoas eram alfabetizadas e tinha um sistema de classificação para vinhos de qualidades, os quais eram armazenados em vasos.


Gershon Galil, do Departamento de História Bíblica e Estudos Judaicos da Universidade de Haifa, em Israel disse que conseguiu a “única tradução razoável” do texto até agora. A escrita hebraica inicialmente parece ser um rótulo de vinho, de acordo com a sua interpretação, embora três das letras na peça esteja incompleta.

Há arqueólogos que não concordam com a interpretação dada ao texto por Galil , mas, no entanto, concordam que a existência desta escrita precoce é tão ou mais importante do que o que o texto em si.

Assim, a inscrição sugere que eram de escribas em Jerusalém, na segunda metade do século 10 aC, o que significa que havia pessoas que poderiam ter escrito textos históricos e literários, além de textos administrativos, como foi descoberto.


domingo, 2 de fevereiro de 2014

Psicopatia: Conceitos e Definições


Lesson of the Evil.

Psicopatia

Psicopatia é um construto psicológico que descreve um padrão de comportamento anti-social crónico. A expressão é muitas vezes utilizada sem distinção com o termo sociopatia.

A psicopatia tem sido a perturbação de personalidade mas atualmente o termo pode legitimamente ser utilizado no sentido jurídico, “transtorno de personalidade psicopática” no âmbito da saúde mental.. Pode também sevir como um descritor de transtorno de personalidade anti-social definido pela Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R).

A psicopatia é frequentemente co-mórbida com outros distúrbios psicológicos (especialmente transtorno de personalidade narcísico).

A psicopatia é diferente da sociopatia. Embora quase todos os psicopatas tenham transtorno de personalidade anti-social, apenas alguns indivíduos com transtorno de personalidade anti-social são psicopatas. Muitos psicólogos acreditam que a psicopatia recaia sobre um espectro de narcisismo patológico.

A Psicopatia é frequentemente confundida com outros distúrbios de personalidade, tais como transtorno de personalidade dissocial, narcísica e esquizóide (bem como outros).

Também é importante notar que “psicopatia” é uma síndrome ou um construto psicológico, enquanto o transtorno de personalidade anti-social é um diagnóstico.

O interesse em características de índole psicopática remonta a Teofrasto, um estudante de Aristóteles, cuja descrição dos homens inescrupulosos personifica as características do transtorno de personalidade anti-social.

O interesse em características psicopáticas remonta à época colonial. Nesses tempos, uma pessoa com esta doença mental seria considerada como algo relacionado com posse demoníaca.

As origens do TPaS, é significativamente semelhante ao daquelas pessoas com Transtorno Narcísico da Personalidade. Assim como os pacientes narcísicos, pacientes com TPaS, têm história de negligencia e abuso na infância por parte de seus pais. Os psicopatas não alcançaram o nível evolutivo da constância objetal (Mahler, 1975) e assim, eles não possuem uma introjeção materna tranqüilizadora, como acontece com as pessoas comuns.


Lesson of the Evil. 

Como os pacientes com TNP, eles têm um self grandioso e patológico. Normalmente o que se pode observar na história do paciente psicopata é que, segundo Kohut, ele teve uma experiência de relacionamento inicial com uma mãe estranha, que não merecia confiança talvez, por suas instabilidade, e nutria certa maldade em relação à criança (característica comum às mães narcísicas). A falta de confiança básica, associada à ausência de experiências amorosas com a figura materna, apresentam graves implicações no desenvolvimento do psicopata. O processo de amadurecimento do psicopata, é interrompido de maneira abrupta, antes que se complete o processo de separação e individuação e de desenvolver-se a constância objetal. Um movimento semelhante ocorre com o paciente narcísico.

Os psicopatas têm um Ego grandioso e patológico e seu Super Ego que é a instância moral parece completamente ausente ou então, está frouxa. O Super Ego é um poderoso agente da realidade e que vai formar-se, não à imagem dos pais, mas à imagem do Super Ego deles de forma que os valores morais de nossos pais passam a ser os nossos valores morais. Pensando assim, temos que concluir que o psicopata teve pais que não tinham nenhum valor moral ou, foram tão insidiosamente ruins que impediram qualquer tentativa de identificação por parte criança. Não havendo tal identificação, não há Super Ego e assim, temos indivíduos que parecem destituídos de qualquer humanidade. Seu único sistema de valores é o exercício do poder e da agressão condições que caracterizam o narcisismo patológico.

Sociopatia

As características dos sociopatas englobam, principalmente, o desprezo pelas obrigações sociais e a falta de consideração com os sentimentos dos outros. Eles possuem um egocentrismo exageradamente patológico, emoções superficiais, teatrais e falsas, pouco ou nenhum controle da impulsividade, baixa tolerância à frustração, baixo limiar para a descarga de agressão; irresponsabilidade, falta de empatia com outros seres humanos, ausência de sentimentos de remorso e de culpa em relação ao seu comportamento. Essas pessoas geralmente são cínicas, incapazes de manter uma relação leal e duradoura, manipuladoras e incapazes de amar.

Eles mentem exageradamente sem constrangimento ou vergonha, subestimam a insensatez das mentiras, roubam, abusam, trapaceiam, manipulam dolosamente seus familiares e parentes, colocam em risco a vida de outras pessoas e, decididamente, nunca são capazes de se corrigirem. Esse conjunto de caracteres faz com que os sociopatas sejam incapazes de aprender com a punição ou incapazes de modificar suas atitudes.

Quando os sociopatas descobrem que seu teatro já está descoberto, eles são capazes de darem a falsa impressão de arrependimento, falseiam que mudarão "daqui para frente", mas nunca serão capazes de suprimir sua índole maldosa. Não obstante eles são artistas na capacidade de disfarçar de forma inteligente suas características de personalidade. Na vida social, o sociopata costuma ter um charme convincente e simpático para as outras pessoas e, não raramente, ele tem uma inteligência normal ou acima da média.

O Cérebro Psicopata


         Recentes resultados de pesquisas em neurociências começam a lançar algumas luzes no que se refere à psicopatia. A falta de empatia, a falta da culpa, as emoções superficiais, a mentira compulsória e manipuladora, a crueldade e o sangue frio são características de todos os psicopatas.

Em alguns estudos os psicopatas, diferente das pessoas que não têm esse Transtorno de Personalidade, respondiam à estímulos carregados emocionalmente da mesma forma que respondiam a estímulos neutros. Isso demonstra que os psicopatas são destituídos de afetos, em várias áreas. Em outros estudos, se observou que os psicopatas não reagem com alterações fisiológicas a mudanças surpreendentes no ambiente. Pessoas normais reagem fisiologicamente diante de um fato surpreendente podendo piscar, por exemplo. Tais resultados podem sugerir que os psicopatas causam dor sem sentirem-se incômodos ou constrangidos, ao contrário, parecem fazê-lo de boa vontade e até mesmo com certo prazer. Geralmente eles sabem que estão ferindo por causa de um sentimento intelectual abstrato (intenção), já que lhes falta a empatia para compreender o efeito do que causam naqueles a quem agridem.

Um exemplo bem claro desse comportamento sádico, pode ser observado no caso Jason, publicado no ano de 2000 (veja seção Arquivo/Narcisismo). Recentes estudos feitos com imagens do cérebro, através de aparelhos modernos como Ressonância Magnética, sugerem, segundo Hare, uma possível base neurofisiológica para o fracasso da significação emocional nos indivíduos com esse tipo de transtorno. No cérebro dos psicopatas, os mecanismos que normalmente afetam os processos cognitivos podem ser ineficientes ou inoperantes.

A neurociência tem demonstrado que a relação emocional da mãe com o bebê, podem causar danos neurológicos importantes e talvez, a psicopatia, seja um desses danos. Da mesma forma que uma alteração física causa modificações no comportamento, uma modificação de comportamento, pode causar alterações fisiológicas importantes. Esse é outro aspecto sob observação e parece muito promissor.

Tipos de Psicopatas

O Psicopata Social


Dentre as variações da Psicopatia, o Psicopata Social é aquele que causa sofrimento a um grupo de pessoa, uma comunidade ou até mesmo a sociedade como um todo, sem esboçar qualquer arrependimento. Nada deixa esses indivíduos com peso na consciência. Não existe ramo de atuação humana onde se encontra mais esse tipo do que na política(com honradas exceções é claro). Estes manipuladores sociais roubam, mentem, trapaceiam, caluniam, e nunca acham que faz alguma coisa de errado; não estão nem aí para o sofrimento alheio. Geralmente possuem uma esperteza superior, uma inteligência acima da média e habilidade para manipular quem está a sua volta. Não são Sábios, são inteligentes, porque o sábio usa o seu raciocínio e o seu saber para a resolução dos problemas dele e de todos, pensando sempre no crescimento e na felicidade coletiva.

Justamente por achar que não faz nada de errado, o Psicopata Social repete seus erros e não conhece emoções e sentimentos nobres tais como o arrependimento, a solidariedade, o amor ao próximo e a compaixão. O país que se dane, a cidade que se dane, o povo que se dane! É assim que ele pensa no seu íntimo. A habilidade de mentir e manipular despudoradamente, muitas vezes sem levantar suspeitas, de hipinotizar platéias com sua lábia, seu dom de oratória, faz com que ele se saia bem na política e na liderança de grupos. Vide: Mussolini, Hitler, Nero, Átila, Collor, etc. são tecnicamente incapazes de frear seus impulsos sacanas e se munem de desculpas para justificar seu comportamento quando necessário, com a destreza e o talento de um brilhante ator.

Os Psiquiatras defendem que, apesar desta mentalidade doentia, eles devem ser responsabilizados pelos seus erros, porque possuem plena consciência de que seus atos não são corretos. E se cometem crimes, devem ir para  cadeia como os outros criminosos por ameaçar a convivência sadia, justa e harmônica da sociedade.

O Psicopata Carente de Princípios



Este tipo de psicopata se apresenta freqüentemente associado às personalidades narcisistas e histéricas. Podem até conseguir manter-se com êxito nos limites do legal. Estes psicopatas exibem com arrogância um forte sentimento de autovalorização, indiferença para com o bem estar dos outros e um estilo social continuamente fraudulento. Existe neles sempre a expectativa de explorar os demais (esse traço pode corresponder ao estilo dominante dos Psicopatas Primário e Secundário de Blackburn).

Há neles uma consciência social bastante deficiente e se faz notória uma grande inclinação para a violação das regras, sem se importarem com os direitos alheios. A irresponsabilidade social se percebe através de fantasias expansivas e de grosseiras, contumazes e persistentes mentiras.

Falta, nesses Psicopatas Carentes de Princípios, o Superego. Essa falta é responsável pelos seus relacionamentos inescrupulosos, amorais, desleais e exploradores. Podem estar presentes entre sociedades de artistas e de charlatões, muitos dos quais são vingativos e desdenhosos com suas vítimas.

O psicopata sem princípios mostra sempre um desejo de correr riscos, sem experimentar temor de enfrentar ameaças ou ações punitivas. São buscadores de novas sensações. Suas tendências maliciosas resultam em freqüentes dificuldades pessoais e familiares, assim como complicações legais.

Estes psicopatas narcisistas funcionam como se não tivessem outro objetivo na vida, senão explorar os demais para obter benefícios pessoais. Eles são completamente carentes de sentimentos de culpa e de consciência social. Normalmente sua relação com os demais dura tempo suficiente em que acredita ter algo a ganhar.

Os Psicopatas Carentes de Princípios exibem uma total indiferença pela verdade, e se são descobertos ou desmascarados, podem continuar demonstrando total indiferença. Uma de suas maiores habilidades é a facilidade que têm em influenciar pessoas, ora adotando um ar de inocência, ora de vítima, de líder, enfim, assumindo um papel social mais indicado para a circunstância. Podem enganar a outros com encanto e eloqüência. Quando castigados por seus erros, ao invés de corrigirem-se, podem avaliar a situação e melhorar suas técnicas em continuar a conduta exploradora.

Carentes de qualquer sentimento de lealdade, juntamente com uma extrema competência em desempenhar papéis, os psicopatas normalmente ocultam suas intenções debaixo de uma aparência de amabilidade e cortesia.

O Psicopata Malévolo

Os Psicopatas Malévolos são particularmente vingativos e hostis. Seus impulsos são descarregados num desafio maligno e destrutivo da vida social convencional. Eles têm algo de paranóico na medida em que desconfiam exageradamente dos outros e, antecipando traições e castigos, exercem uma crueldade fria e um intenso desejo de vingança.

Além desses psicopatas repudiarem emoções ternas, há neles uma profunda suspeita de que os bons sentimentos dos demais são sempre destinados a enganá-los. Adotam uma atitude de ressentimento e de propensão a buscar revanche em tudo, tendendo a dirigir a todos seus impulsos vingativos. Alguns traços desses psicopatas se parecem com os sádicos e/ou paranóides, com características beligerantes, mordazes, rancorosos, viciosos, malignos, frios, brutais, truculentos e vingativos, fazendo, dessa forma, com que muitos deles se revelem assassinos e assassinos seriais.

Quando os Psicopatas Malévolos enfrentam à lei e sofrem sanções judiciais, ao invés de se corrigirem, aumentam ainda mais seu desejo de vingança. Quando se situam em alguma posição de poder, eles atuam brutalmente para confirmar sua imagem de força.

Irritados pelo freqüente repúdio social que despertam, esses Psicopatas Malévolos estão continuamente experimentando uma necessidade de retribuição agressiva, a qual pode, eventualmente, expressar-se abertamente em atentados coletivos ou atitudes anti-sociais (a luta sociedade versus eu). De qualquer forma, nunca demonstram o mínimo sentimento de culpa ou arrependimento por seus atos violentos. Ao invés disso, mostram uma arrogante depreciação pelos direitos dos outros.

É curioso o fato de esses psicopatas serem capazes de dar uma explicação racional aos conceitos éticos, capazes de conhecerem a diferença entre o que é certo e errado, mas, não obstante, são incapazes de experimentar tais sentimentos.

A noção ética faz com que o Psicopata Malévolo defina melhor os limites de seus próprios interesses e não perca o controle de suas ações. Esse tipo de psicopata se encontra entre os mais ameaçadores e cruéis. Ele é invariavelmente destrutivo, sem misericórdia e desumano.

A noção de certo-errado faz com que esses psicopatas sejam oportunistas e dissimulem suas atitudes ao sabor das circunstâncias, ou seja, diante da autoridade jamais atuam sociopaticamente. Portanto, eles são seletivos na eleição de suas vítimas, identificando sujeitos mais vulneráveis a sua sociopatia ou que mais provavelmente se submetam aos seus caprichos. Mais que qualquer outro bandido, este psicopata desfruta prazer em proporcionar sofrimento e ver seus efeitos danosos em suas vítimas.

O Psicopata Dissimulado (CID-10. Cód. F60.2. [R.L.S])

Seu comportamento se caracteriza por um forte disfarce de amizade e sociabilidade. Apesar dessa agradável aparência, ele oculta falta de confiabilidade, tendências impulsivas e profundo ressentimento e mau humor para com os membros de sua família e pessoas próximas.

Na realidade, poderíamos comparar o Psicopata Dissimulado como uma mistura bastante piorada dos transtornos Borderline e Histérico da Personalidade. Isso significa que ele pleiteia um estilo de vida socialmente teatral, com persistente busca de atenção e excitação, permeada por um comportamento muito sedutor.

O Psicopata Dissimulado é considerado como uma variante da Personalidade Histriônica, continuamente tentando satisfazer sua forte necessidade de atenção e aprovação. Essas características não estão presentes no Psicopata Carente de Princípios ou no Malévolo, os quais centram em si mesmo sua preocupação e são indiferentes às atitudes e reações dos outros.
Esse subtipo dissimulado costuma exibir entusiasmo de curta duração pelas coisas da vida, comportamentos imaturos de contínua busca de sensações. Seguindo as características básicas e comuns a todos os psicopatas, o dissimulado também tende a conspirar, mentir, a ter um enfoque astuto para com a vida social, a ser calculista, insincero e falso. Muito provavelmente ele não admite a existência de qualquer dificuldade pessoal ou familiar, e exibe um engenhoso sistema de negações. As dificuldades interpessoais são racionalizadas e a culpa é sempre projetada sobre terceiros.

A contundente falsidade é a característica principal deste subtipo. O Psicopata Dissimulado age com premeditação e falsidade em todas suas relações, fazendo tudo o que for necessário para obter exatamente o que quer dos outros. Por outro lado, diferentemente do Psicopata Carente de Princípios ou do Psicopata Malévolo, parece desfrutar prazerosamente do jogo da sedução, obtendo excitação nas conquistas.

Mesmo aparentando intenções de proteger certas pessoas, o Psicopata Dissimulado é frio, calculista e falso, caracterizando mais ainda um estilo fortemente manipulador. Essa característica pode ser consequência da convicção íntima de que ninguém poderá amá-lo ou protegê-lo, a menos que consiga manipular a todos. Apesar de reconhecer que está manipulando seu entorno social, tenta convencer aos outros de que suas intenções são boas e que suas atitudes são, no mínimo, bem intencionadas.

Quando as pessoas com esse tipo de psicopatia são pressionadas ou confrontadas, sentem-se muito encabuladas e suas reações oscilam entre a explosão agressiva e vingança calculista. A característica afabilidade dos Psicopatas Dissimulados é superficial e extremamente precária, estando sempre predispostos a depreciarem imediatamente a qualquer um que represente alguma ameaça à sua hegemonia, chegando mesmo a perderem o controle e explodirem em cólera.

O Psicopata Ambicioso

quinta-feira, 30 de janeiro de 2014

Psicopatas: certamente você conhece um!


Imagem: A Lesson of the Evil. Psicopatas infiltrados na política, igrejas, escolas, faculdades ou em grandes empresas podem fazer estragos inimagináveis.

Seu comportamento se caracteriza por um forte disfarce de amizade e sociabilidade. Apesar dessa agradável aparência, ele oculta falta de confiabilidade, tendências impulsivas e profundo ressentimento e mau humor para com os membros de sua família e pessoas próximas.

Cinco milhões de brasileiros são incapazes de sentir emoções. Eles podem até matar sem culpa e estão incógnitos ao seu lado. Agora, a ciência começa a desvendá-los.

Tinha alguma coisa errada com o Guilherme. Desde quando era pequeno, 4 anos de idade, a mãe, Norma*, achava que ele não era uma criança normal. O guri não tinha apego a nada, era frio, não obedecia a ninguém.

O problema ficou claro aos 9 anos. Guilherme, nome fictício de um rapaz do Guarujá, litoral de São Paulo, que hoje tem 28 anos, roubava os colegas da escola, os vizinhos e dinheiro em casa. Também passou a expressar uma enorme capacidade de fazer os outros acreditar no que inventava. Aos 18, o garoto conseguiu enganar uma construtora e comprar um apartamento fiado. Tinha alguma coisa errada com o Guilherme.

Em busca de uma solução, Norma passou 15 anos rodando com o filho entre psicólogos, psiquiatras, pediatras e até benzedeiros. Para todos, ele não passava de um garoto normal, com vontades e birras comuns. “Diziam que era mimo demais, que não soubemos impor limites.” Uma pista para o problema do filho só apareceu em 2004. A mãe leu uma entrevista sobre psicopatia e resolveu procurar psiquiatras especializados no assunto. Então descobriu que o filho sofre da mesma doença de alguns assassinos em série e também de certos políticos, líderes religiosos e executivos. “Dói saber que meu filho é um psicopata, mas pelo menos agora eu entendo que problema ele tem.”

Guilherme não é um assassino como o Maníaco do Parque ou o Chico Picadinho. Mas todos eles sofrem do mesmo problema: uma total ausência de compaixão, nenhuma culpa pelo que fazem ou medo de serem pegos, além de inteligência acima da média e habilidade para manipular quem está em volta. A gente costuma chamar pessoas assim de monstros, gênios. Mas para a Organização Mundial da Saúde (OMS), eles têm uma “doença”, ou melhor, deficiência. O nome mais conhecido é psicopatia, mas também se usam os termos sociopatia e transtorno de personalidade antissocial.

Entre os psiquiatras, há consenso quanto a estimativas surpreendentes sobre a psicopatia. “De 1% a 3% da população tem esse transtorno. Entre os presos, esse índice chega a 20%”, afirma a psiquiatra forense Hilda Morana. Isso significa que uma pessoa em cada 30 poderia ser diagnosticada como psicopata. E que haveria até 5 milhões de pessoas assim só no Brasil. Dessas, poucas seriam violentas.

A maioria não comete crimes, mas deixa as pessoas com quem convive desapontadas. “Eles andam pela sociedade como predadores sociais, rachando famílias, se aproveitando de pessoas vulneráveis e deixando carteiras vazias por onde passam”, diz o psicólogo canadense Robert Hare, professor da Universidade da Colúmbia Britânica e um dos maiores especialistas no assunto.

Os psicopatas que não são assassinos estão em escritórios, faculdades, na política e em empresas por aí, muitas vezes ganhando uma promoção atrás da outra enquanto puxam o tapete de colegas. Também dá para encontrá-los de baciada entre políticos que desviam dinheiro de merenda para suas contas bancárias, entre médicos que deixam pacientes morrer por descaso, entre “amigos” que pegam dinheiro emprestado e nunca devolvem… Lendo esta reportagem, não se surpreenda se você achar que conhece algum. Certamente você já conheceu.

O francês Philip Pinel, um dos pais da psiquiatria, escreveu no século 18 sobre pessoas que sofriam uma “loucura sem delírio”. Mas o primeiro estudo para valer sobre psicopatia só viria em 1941, com o livro The Mask of Sanity (“A Máscara da Sanidade”, sem tradução para o português), do psiquiatra americano Hervey Cleckley. Ele dedica a obra a um problema “conhecido, mas ignorado” e cita casos de pacientes com charme acima da média, capacidade de convencer qualquer um e ausência de remorso. Com base nesses estudos, Robert Hare passou 30 anos reunindo características comuns de pessoas assim, até montar sua escala Hare, o método para reconhecer psicopatas mais usado hoje.

Seja como for, não é fácil identificar um. Psicopatas não têm crises como doentes mentais: o transtorno é constante ao longo da vida. Outras funções cerebrais, como a capacidade de raciocínio, não são afetadas. Algumas características, no entanto, são evidentes.

Segredos e mentiras

Atributo número 1: mentir. Todo mundo mente, mas psicopatas fazem isso o tempo todo, com todo mundo. Inclusive com eles mesmos. Eles são profissionais da lorota.

Ana*, há 9 anos conheceu um cara incrível. Ele dizia que, com apenas 27 anos, era diretor de uma grande companhia e que, por causa disso, viajava sempre para os EUA e para a Europa. Atencioso e encantador, Cláudio era o genro que toda sogra queria ter. “Em 5 meses, a gente estava quase(casando. Então a mãe dele revelou que era tudo mentira, que o filho era doente, enganava as pessoas desde criança e passava por um tratamento psiquiátrico.”

“O diagnóstico de transtorno anti-social depende de um exame detalhado. É que, além de mentir, ele mostra ausência de culpa”, afirma o psiquiatra Antônio de Pádua Serafim, do Hospital das Clínicas de São Paulo.

E esse é um atributo-chave da mente de um psicopata: cabeça fresca. Nada deixa esses indivíduos com peso na consciência. Fazer coisas erradas, todo mundo faz. Mas o que diferencia o psicopata do “todo mundo” é que um erro não vai fazer com que ele sofra. Sempre vai ter uma desculpa: Justamente por achar que não fazem nada de errado, eles repetem seus erros.

“Psicopatas reincidem 3 vezes mais que criminosos comuns”, afirma Hilda Morana, que traduziu e adaptou a escala Hare para o Brasil. “Tem mais: eles acham que são imunes a punições.” E isso vale em qualquer situação. Até na hora de jogar baralho. Psicopatas não aprendem com punições. Não adianta dar palmadas neles.

Além disso, psicopata que se preze se orgulha de suas mancadas. Esse sujeito pode ser o marido que trai a mulher e se gaba para os amigos. Ou coisa pior.

Eis mais um traço psicopático. “Eles tratam as pessoas como coisas”, afirma o psiquiatra Sérgio Paulo Rigonatti, do Instituto de Psiquiatria do HC. Isso acontece porque eles simplesmente não assimilam emoções.

Em 2001, o psiquiatra Antônio Serafim colocou presos de São Paulo para assistir a cenas reais horripilantes. Cada um ouvia, por um fone, sons desagradáveis, como gritos de desespero. “Os criminosos comuns tiveram reações físicas de medo”, diz ele. “Já os identificados como psicopatas não apresentaram sequer variação de batimento cardíaco.”

Mais: uma série de estudos do Instituto de Neurociência Cognitiva, nos EUA, mostrou que psicopatas têm dificuldade em nomear expressões de tristeza, medo e reprovação em imagens de rostos humanos. “Outros 3 estudos ligaram psicopatia com a falta de nojo e problemas em reconhecer qualquer tipo de emoção na voz das pessoas”, afirma Blair.

É simples: assim como daltônicos não conseguem ver cores, psicopatas são incapazes de enxergar emoções. Não as enxergam nem as sentem, pelo menos não do mesmo jeito que os outros fazem. Em vez disso, eles só teriam o que os psiquiatras chamam de proto-emoções – sensações de prazer, euforia e dor menos intensas que o normal. “Isso impede os psicopatas de se colocar no lugar dos outros”, diz Hilda Morana.

Esse jeito asséptico de ver o mundo faz com que um psicopata consiga mentir sem ficar nervoso, sacanear os outros sem sentir culpa e, em casos extremos, retalhar um corpo com o mesmo sangue-frio de quem separa as asinhas do peito de um frango assado.

Ok, o problema central dos psicopatas é que eles não conseguem sentir emoções. Mas por que isso acontece?

Para a neurologia os “circuitos” do cérebro de um psicopata são fisicamente diferentes dos de uma pessoa normal. Agora, resta saber se essas deficiências vêm escritas no DNA ou se surgem depois do nascimento.

Hoje, se sabe que boa parte da estrutura cerebral se forma durante a vida, sobretudo na infância. Mas cientistas buscam uma causa genética porque a psicopatia parece surgir independentemente do contexto ou da educação. “Nascem tantos psicopatas na Suécia ou na Finlândia quanto no Brasil”, afirma Hilda Morana. “Os pais costumam se perguntar onde foi que erraram.” A impressão é que psicopatas nasceram com o problema. “Eles também surgem em famílias equilibradas, são irmãos de pessoas normais e deixam seus pais perplexos”, afirma Oliveira-Souza.

James Blair vai pela mesma linha: “Estudos com pessoas da mesma família, gêmeos e filhos adotados indicam que o comportamento dos psicopatas e as disfunções emocionais são coisas hereditárias”, afirma.

Os que vêm de famílias equilibradas e viveram uma infância sem grandes dramas teriam uma probabilidade maior de se transformar naqueles que mentem, trapaceiam, roubam, mas não matam. Mais de 70% dos psicopatas diagnosticados são desse grupo, mas não há motivo para alívio. Psicopatas infiltrados na política, igrejas, escolas e faculdades ou em grandes empresas podem fazer estragos ainda piores.

Exemplos não faltam. O político absurdamente corrupto que é adorado por eleitores, cativa jornalistas durante entrevistas, não entra em contradição nem parece sentir culpa por ter recheado suas contas bancárias com dinheiro público é um. O líder religioso que enriquece à custa de doações dos fiéis é outro. O professor que discrimina e humilha seus alunos. E por aí vai.

“Eles costumam se dar bem em ambientes pouco estruturados e com pessoas vulneráveis. Agem como cartomantes, pais de santo, líderes messiânicos”, afirma Oliveira-Souza. Psicopatas não tão fanáticos, mas com a mesma falta de escrúpulos, também estão em grandes empresas, sugando dinheiro e tornando a vida dos colegas um inferno.

A habilidade para mentir despudoradamente sem levantar suspeitas faz com que eles se dêem bem já nas entrevistas de emprego. O charme que eles simulam ajuda a conquistar a confiança dos chefes e a pressionar para que colegas que atrapalham sua ascensão profissional acabem demitidos. Não raro, costumam ocupar os cargos hierárquicos mais altos.

Sociopatas corporativos são responsáveis por escândalos como o da Enron, em 2002, quando a empresa americana mentiu sobre seus lucros para bombar preços de ações.

O que fazer?

Seja nas empresas, nas ruas, nossos amigos com transtorno anti-social são tecnicamente incapazes de frear seus impulsos sacanas. Mas, para os psiquiatras, essa limitação não significa que eles não devam ser responsabilizados pelo que fazem. “Psicopatas têm plena consciência de que seus atos não são corretos”, afirma Hare. “Apenas não dão muita importância para isso.” Se cometem crimes, então, devem ir para a cadeia como os outros criminosos.

Só que até depois de presos psicopatas causam mais dores de cabeça que a média dos criminosos. Na cadeia, tendem a se transformar em líderes e agir no comando de rebeliões, por exemplo. “Mas nunca aparecem. Eles sabem como manter suas fichas limpas e acabam saindo da prisão mais cedo”, diz Antônio de Pádua Serafim.

Por conta disso, a psiquiatra forense Hilda Morana foi a Brasília em 2004 tentar convencer deputados a criar prisões especiais para psicopatas. Conseguiu fazer a idéia virar um projeto de lei, que não foi aprovado. Nas prisões brasileiras, não há procedimento de diagnóstico de psicopatia para os presos que pedem redução da pena. Tampouco há procedimentos para evitar que psicopatas entrem na polícia – uma instituição teoricamente tão atraente para eles quanto as grandes empresas. Também não há testes de psicopatia na hora de julgar se um preso pode partir para um regime semi-aberto. Nas escolas, professores não estão preparados para reconhecer jovens com o transtorno.
Também não existem tratamentos comprovados nem remédios que façam efeito. Outro problema: quando levados a consultórios, os psicopatas acabam ficando piores. Eles adquirem o vocabulário dos especialistas e se munem de desculpas para justificar seu comportamento quando for necessário. Diante da falta de perspectiva de cura, quem convive com psicopatas no dia-a-dia opta por vigiá-los o máximo possível.

Charme

Tem facilidade em lidar com as palavras e convencer pessoas vulneráveis. Por isso, torna-se líder com frequência. Seja na cadeia, seja em multinacionais.

Inteligência

O QI costuma ser maior que o da média: alguns conseguem se passar por médico ou advogado sem nunca ter acabado o colegial.

Ausência de culpa

terça-feira, 28 de janeiro de 2014

German American Bund (Federação Germano-Americana)


Fritz Julius Kuhn, conhecido como o Führer americano e Líder do German American Bund.

Entre as muitas organizações potencialmente subversivas que surgiram nos Estados Unidos, uma delas causou grande preocupação ao FBI por sua determinação em alterar a inicial neutralidade norte-americana e propiciar o apoio norte-americano aos países do Eixo. Tratava-se do Bund Germano-Americano. O país tinha outras organizações com ideologia mais ou menos similar, como o Partido Nacional-Socialista Americano, a Frente Cristã, os Cruzados Cristãos pelo Americanismo, o comitê América Primeiro e os grupos ultra-americanos e patriotas, sem esquecer da Ku-klu-Klan, mas o Bund era a mais organizada de todas elas.

Em 1933, Rudolf Hess havia autorizado a fundação de um Partido Nazista norte-americano, denominado Amigos da Nova Alemanha, com o apoio do cônsul alemão em Nova York. O primeiro líder do partido foi Heinz Spanknobel, e uma de suas primeiras atividades consistiu na edição de um jornal em alemão, o New Yorker Staats-Zeitung, para promover um sentimento simpatizante para com o nazismo.  Mas  Spanknobel acabou sendo deportado por causa de suas atividades e considerado um agente inimigo dos Estados Unidos. Como as atividades do grupo eram pouco discretas, Hess dissolveu-o em 1935.


Congresso da Federação Germano-Americana em 1939.

Muitos de seus ex-membros fundaram uma organização no ano seguinte, em Buffalo (estado d Nova York). Tratava-se da Liga Germano-americana (Amerikadeutscher Volksbund),  sob a direção de Fritz Kuhn,  um veterano alemão da Primeira Guerra Mundial. Rapidamente, a organização viu crescer o número de seus membros, muitos dos quais eram imigrantes alemães de primeira ou segunda geração. O Bund imitava a organização do partido alemão, e inclusive chegou a ter sua versão do uniforme da Juventude Hitlerista. Além da atividades culturais e  desportivas, existia um forte doutrinamento político entre seus membros.

O Bund chegou a criar colônias de férias em Nova York e New Jersey e várias cervejarias, cujos donos eram alemães, converteram-se em centros de encontro em Chigaco e Milwaukee. Os ataques antisemitas tornaram-se mais freqüentes e a organização começou a ficar cada vez mais parecida com sua inspiradora. A Alemanha apenas prestou ajuda ao Bund, mas seus membros estavam desejosos de reconhecimento.


Passeata organizada pela Federação Germano-Americana em Nova Iorque em Wall Street.

Em 1936, por ocasião da Olimpíadas de Berlim, uma delegação do Bund, encabeçada pelo próprio Kuhn, viajou até a cidade  e foi recebida por Adolf Hitler na Chancelaria. Um ano depois, o FBI vigiava rigorosamente suas atividades, e chegou-se a cogitar que aproximadamente 200 mil membros da organização estavam dispostos a fazer uso de armas  contra os Estados Unidos. Na verdade, o  Bund nunca teve mais de 8,5 mil membros e 5 mil simpatizantes. A Alemanha continuou sem prestar apoio e chegou a proibir a utilização  de seus símbolos pelo Bund.